Nelle attività legate allo sviluppo individuale si parla molto di avere un “obiettivo” e scriverlo per facilitarne il raggiungimento. Ma è veramente così necessario? Ci sono alcuni buoni motivi per rispondere sì, è necessario! E che inoltre quest’obiettivo abbia delle caratteristiche precise nella sua formulazione.
In termini prettamente biologici, tutto in natura si muove perché ha un obiettivo:
• una pianta muove i suoi rami e le foglie verso il sole, con l’obiettivo di assorbire quanta più luce possibile per la fotosintesi;
• un animale si muove per cercare cibo, per accoppiarsi o per sfuggire ad un predatore;
• i branchi di animali si muovono allo scopo di colonizzare nuovi territori, in cui ci siano condizioni di vita più favorevoli.
Estremizzando, possiamo dire che nulla si muove se non ha un fine, uno scopo, un obiettivo.
La parola “obiettivo” viene dal latino “objectum = cosa posta davanti” ad indicare uno scopo, un oggetto a cui si tende, a cui si mira. Denota uno spostamento di percezione: si esclude il “me stesso” e si tende a qualcosa “al di fuori di me”. Serve quindi a diminuire il più possibile le pastoie in cui la nostra mente tende a incastrarsi. A conti fatti, quindi, già dall’etimologia comprendiamo che avere un obiettivo ci serve a cominciare un percorso verso qualcosa che dovremmo introdurre nel nostro repertorio di comportamenti o qualcosa che dovrebbe entrare nella nostra possibilità.
Il concetto di “efficacia” è strettamente legato a un obiettivo chiaro e ben formulato. Essere efficace vuol dire “produrre un effetto”, quindi se non sappiamo esattamente quale effetto dovremmo produrre, è alto il rischio di avere risultati non attesi e non accettabili.
Anche Bandura, insigne studioso che ha approfondito il tema della 'efficacia personale’, sostiene che quest’ultima passa attraverso il raggiungimento di obiettivi individuali, ancor prima di quelli di gruppo.
Nelle attività umane in generale, e maggiormente in quelle legate allo sviluppo, stabilire un obiettivo ed esprimerlo in modo ben formato, rappresenta un passaggio cruciale per il suo stesso raggiungimento.
La necessità della formulazione degli obiettivi viene dagli studi di Edwin A. Locke che nel 1968 pubblicò un articolo dal titolo “Toward a Theory of Task Motivation and Incentives” (“Verso una teoria della motivazione al compito e agli incentivi”). Gli studi inerenti a questa pubblicazione e ad altre successive ci confermano che obiettivi specifici e sfidanti, cioè raggiungibili non rapidamente, né troppo facilmente, conducono a prestazioni superiori. Per loro stessa natura, gli obiettivi sono considerati una motivazione verso un’azione superiore, a patto che non siano percepiti come troppo difficili.
Secondo altri studiosi(6) avere obiettivi specifici e misurabili aumenta la possibilità di raggiungerli, attraverso impegno focalizzato e concentrazione sul compito. Inoltre(4), avere obiettivi chiari, con un termine e ben espressi aiuta la concentrazione, il ricorso ad azioni innovative per il raggiungimento e la capacità di scegliere cosa è efficace e cosa non lo è.
Insomma, avere obiettivi specifici e con caratteristiche di misurabilità, è la condizione necessaria per il loro stesso raggiungimento.
Quindi, in generale, ma a maggior ragione proprio in questo periodo di fine anno, in cui si fanno bilanci e buoni propositi, conviene scrivere bene cosa vogliamo perché almeno ne facilitiamo il raggiungimento.
Se non so dove andare, difficilmente ci arriverò!
Se vuoi una guida per formulare bene il tuo obiettivo, puoi consultare:
Riferimenti bibliografici
1. Bandura A., “Guida alla costruzione delle scale di autoefficacia”. In Caprara G.V. (a cura di), La valutazione dell'autoefficacia. Erickson, Trento
2. Borgogni L., Dello Russo S., “Motivazione e gestione per obiettivi: il goal setting”, in L. Borgogni (a cura di), Valutazione e Motivazione delle Risorse Umane nelle Organizzazioni”, Milano, Franco Angeli
3. Cairo J., “Motivation and Goal Setting: How to Set and Achieve Goals and Inspire Others”, Paperback
4. Latham Gary P. et al., "The Study of Work Motivation in the 20th Century", in Koppes, L. L., Historical Perspectives in Industrial and Organizational Psychology, Lawrence Erlbaum Associates
5. Locke E.; Latham G., "New Directions in Goal-Setting Theory", Association for Psychological Science
6. Swezey R. W. et al, "Some Issues Involved in Motivating Teams", in O'Neil, Tyler; Drillings, Holden L., Motivation: health class research, Lawrence Erlbaum Associates
7. Weinberg R., et al “Perceived Goal Setting practices of Olympic athletes: an exploratory investigation”, The sport Psychologist, Human Kinetics