In un
precedente articolo abbiamo parlato di come scrivere bene un obiettivo possa aiutare la persona che l’ha formulato nel percorso verso il suo raggiungimento.
Un buon esercizio per scrivere i nostri obiettivi consiste nel seguire le indicazioni dell’acronimo S.M.A.R.T. La parola “smart” in inglese significa “astuto”. Si dice di qualcuno che sa come ottenere quello che vuole. Nel nostro caso sfruttiamo l’acronimo per farci aiutare in maniera “astuta” a comporre un obiettivo il più possibile ben scritto.
Il mio obiettivo dev'essere:
Specifico:
quanto è specifico il mio obiettivo? Come posso rendere il mio obiettivo (più) specifico?
Se io dicessi: “Voglio aumentare il mio tempo libero” probabilmente non sarei abbastanza specifico. Potrei aggiungere “Voglio aumentare il mio tempo libero per stare almeno tre ore al giorno con la mia famiglia”.
Se io dicessi: “Voglio guadagnare di più”, non andrebbe tanto bene quanto dire invece “Voglio guadagnare, nell’anno 2013, il 15% in più di quanto guadagnato nel 2012”.
Un suggerimento in più: se avete scritto qualche “parola
piena ma vuota”, leggete qui per cercare spunti di modifica.
Misurabile:
come saprò di aver raggiunto l’obiettivo? Quali sono i “numeri” o i criteri che mi diranno che ho raggiunto l’obiettivo?
Gli indicatori numerici danno la dimensione quantitativa del nostro obiettivo, dicendoci se lo abbiamo raggiunto o meno. Nell'esempio precedente del maggior guadagno, abbiamo già introdotto un criterio quantitativo di misurabilità. Spesso gli obiettivi devono anche rispettare dei criteri di qualità. Il mio maggior guadagno dev'essere ottenuto a qualsiasi costo e con qualsiasi compromesso, oppure devo rispettare, ad esempio, il criterio qualitativo "stile di vita"? Se io lavorassi continuamente e senza curarsi della mia salute, raggiungerei il mio obiettivo economico, ma a discapito di altro. Accetto oppure no? Se la risposta fosse "no", cosa dovrei o potrei fare?
Se dico: “Voglio imparare a sciare” è poco misurabile (oltre che poco specifico). Se invece dico: “Entro il 2013, voglio imparare a sciare in modo da fare tutte (il 100%) le piste nere delle Dolomiti senza mai cadere (= 0% di cadute) e da essere giudicato capace da un istruttore federale”. Qui abbiamo introdotto un criterio di qualità oltre che di quantità.
Una mia personale convinzione è che comunque quasi tutti i criteri qualitativi contengono (o sono convertibili) una componente numerica. Ad esempio, se volessi tradurre l'aggettivo "capace" del precedente esempio in qualcosa di quantitativo, potrei dire: "In modo che, in una scala da 1 a 10, l'istruttore federale mi valuti almeno da 7".
Achievable (ottenibile, raggiungibile):
l’obiettivo è raggiungibile con le mie attuali capacità e competenze?
In questo criterio introduciamo qualcosa di “emotivo”, rispetto ai due precedenti criteri che sono abbastanza “razionali”.
Se io credo di non poter riuscire nel mio obiettivo, tenderò a essere demotivato. Probabilmente, non volendo e in buona fede, alimenterò comportamenti non funzionali e aumenterò la mia demotivazione. Quindi la domanda da farsi rispetto a un proprio obiettivo è: “Basandomi su come sono ora, sulle mie conoscenze, capacità e competenze, posso raggiungere l’obiettivo?” Se la risposta fosse “No”, probabilmente conviene rinforzarsi prima di affrontare la sfida.
Realistico:
considerando ciò che non dipende direttamente da me (ambiente, organizzazione, altri coinvolti), al momento il raggiungimento dell’obiettivo è basato su dati di realtà?
Qui si esprime un altro concetto legato alle emozioni e si cercano elementi per permettere che un obiettivo, oltre che possibile, diventi anche probabile. Ancora una volta, rispondere a questa domanda aiuta a lavorare sulla motivazione e a permettere che le azioni per raggiungere l’obiettivo siano conseguenti.
Se io dicessi: “Entro il 2013, voglio imparare a sciare in modo da fare tutte (il 100%) le piste nere delle Dolomiti senza mai cadere (= 0% di cadute), da essere giudicato capace da un istruttore federale e da partecipare alla Coppa del Mondo”, avrei detto qualcosa di irrealistico, quindi improbabile.
Tempo-correlato:
entro quando raggiungerò l’obiettivo? E con che cadenza temporale misurerò il mio avvicinamento all’obiettivo?
Il nostro cervello lavora bene quando ha una scadenza e quando riesce ad avere un ritmo. Effettivamente è così nella maggior parte dei casi.
Se io stabilisco di “Imparare il Russo”, così formulato rappresenta più un auspicio che un vero obiettivo. Se invece dico “Voglio imparare il Russo in modo che entro la fine del 2013 sia in grado di conversare con Russi di madre-lingua e che questi (il 100% di quelli che incontro) comprendano almeno il 70% di quello che dico e dei concetti che esprimo”, allora va meglio. Se poi aggiungessi “…e che entro la fine del 2014 riesca a sostenere almeno cinque colloqui di lavoro in Russia, avendo la certezza che con i selezionatori ci sia stato il 100% di comprensione”, abbiamo un obiettivo molto più preciso, sotto tutti gli aspetti.
E quindi?
Se quanto scritto finora ti è utile e vuoi veramente favorire il tuo raggiungimento di un obiettivo, scrivi ora qualcosa che rientra nella tua lista dei desideri. Potrebbe essere qualcosa che hai provato a fare o a ottenere in passato ma che non sei riuscito a portare a termine, o forse nemmeno a iniziare.
Scrivilo come ti viene suggerito nell'articolo. Sono a tua disposizione se vuoi contattarmi per darti supporto.